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Traendo spunto dal Teatro della Spontaneità di Jacob Levy Moreno nella Vienna della Secessione, il volume considera le visioni del mondo matrici della psicologia del profondo e presenti sulla scena dello psicodramma. In queste pagine il tema si sviluppa attraverso un'analisi di concezioni che, a confronto con le psicologie di Adler, con la teoria dello psicodramma analitico individuativo di Gasca, con la concezione di Jung e con il biologismo di Freud, aprono a significati conformi ai temi della psicologia esistenziale, interrogativi, seppur irrisolti, sul senso della vita secondo questi autori. La memoria del passato ha rilievo attraverso le intermittenze del cuore e il sentimento che ridona alla vita la bellezza e la malinconia delle ricordanze. Ed è in questa prospettiva che l'interrogativo sul senso della psicoterapia richiama le immagini che ripropongono scrittori e poeti - più di quanto non abbiano espresso gli analisti - e che in un gruppo assumono trasparenza nella visione di un "Tempo ritrovato".